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QUESTIONE SOCIALE E DIGITALIZZAZIONE
Aspettando la De Rerum Novissimarum

Con le encicliche, la Chiesa ha costruito un patrimonio di contributi che traccia una cornice entro cui le forze sociali, economiche e politiche sono poi chiamate a mettere a punto soluzioni concrete per uno sviluppo umano adeguato al ruolo. Riflessione su che cosa aspettarsi dal Papa matematico

Giuseppe Guglielmo Santorsola
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Ho avuto occasione in passato di interessarmi e, nei limiti delle mie competenze, commentare due encicliche del recente passato: la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II e la Laudato Sii di Francesco.

La prima rivestiva nel 1991 interesse economico nel valutare l’impatto del declino del pensiero comunista quale possibile rischio, per il capitalismo, nel ritrovarsi, come è accaduto, senza un confronto di riferimento. A latere, veniva evidenziato il ruolo socio-economico del terzo settore e del pensiero sociale della Chiesa.

La seconda enciclica fu affrontata nel 2019 nell’ambito del nascente interesse verso i temi ESG, confrontando il pensiero cattolico con quelli protestante, ebraico e musulmano. In particolare, furono gli aspetti S ed E quelli più compiutamente analizzati. Non mancarono peraltro i riferimenti generali in merito al tema G il cui libero sviluppo generò i presupposti di alcune ripetute crisi non solo finanziarie.

In questa occasione, non si tratta di una nuova enciclica, ma del ricordo della Rerum Novarum di Leone XIII del 1891, alla luce del sibi imposuit scelto dal Papa Robert Francis Prevost con il nome di Leone XIV. Da qui deriva la mia proposta del titolo Rerum Novissimarum, intendendo riprendere il tema dominante della enciclica che affrontò i temi della Rivoluzione Industriale costruendo i principi della dottrina sociale della Chiesa.

Il futuro ci illustrerà l’effettivo pensiero del nuovo Pontefice. Al momento possiamo solo ipotizzare quale siano i temi che, nello scenario attuale, potranno fornire la cornice per un’attesa posizione della Chiesa Cattolica in merito al complesso quadro che caratterizza la situazione attuale. Riassumendo:

– la De Rerum Novarum attestava che il conflitto di classe era legato ai nuovi metodi industriali, alla relazione tra padroni e operai (oggi, imprenditori e dipendenti), alla ricchezza accumulata in poche mani (oggi crescente);

– era contro i socialisti, poiché questi accrescevano il conflitto tra i poveri e i ricchi;

– riteneva impossibile eliminare le disuguaglianze sociali e quindi proponeva come rimedio la concordia tra le classi e l’osservanza dei reciproci doveri;

– sosteneva che lo Stato dovesse intervenire a difesa della proprietà privata e contro gli scioperi e, contemporaneamente, doveva impedire che le persone venissero considerate come oggetti, tutelando quindi gli operai dagli imprenditori;

– sosteneva che lo Stato non dovesse fissare il salario, ma dovesse solo garantire un salario minimo per consentire agli operai di vivere in modo dignitoso (tema oggi ancora attuale e difficile);

– affidava agli operai cattolici il compito di istituire delle società ispirate dalla dottrina sociale della Chiesa.

Molti di questi temi appaiono superati o modificati dall’evoluzione dell’economia e delle relazioni internazionali che coinvolgono una popolazione mondiale della quale i Cattolici rappresentano meno del 20%, con una presenza limitata in molte aree oggi determinanti per individuare la corretta struttura del sistema economico globale. Non diminuiscono in numeri cardinali (sic nomen), quanto in percentuale.

La Chiesa non ha mai smesso di interrogarsi sulle grandi trasformazioni sociali, economiche e politiche: la Populorum Progressio (1967) di Paolo VI, centrata sulla questione emergente delle disuguaglianze globali e della incipiente globalizzazione, la Fraternitate et Sociali Amicitia (2019), in cui Papa Francesco, partendo dal riconoscimento della struttura relazionale della vita naturale e sociale, ha tratteggiato la via di un futuro sostenibile.

Ogni epoca richiede una risposta nuova, ma radicata nei principi del bene comune, della dignità della persona e della giustizia. La Chiesa ha così costruito un patrimonio di contributi non sempre condivisi che traccia una cornice entro cui le forze sociali, economiche e politiche sono poi creativamente chiamate a mettere a punto soluzioni concrete per uno sviluppo umano adeguato al ruolo.

Leone XIV sembrerebbe proporsi, nelle sue mosse iniziali, nella volontà di porsi in continuità con la strada inaugurata dalla Rerum Novarum. È convinto che il suo pontificato sarà interpellato dalla questione sociale associata con la digitalizzazione. Un processo trasversale che sta imprimendo una accelerazione impressionante al cambiamento sociale. La industrializzazione trasformò il lavoro e la società, la digitalizzazione ridefinisce l’essenza stessa delle relazioni umane, del lavoro, della politica e della cultura. È opportuno ricordare che già Papa Francesco ebbe modo, primo caso nella storia, di proporre la propria posizione in merito nel contesto del G7 di Borgo Egnazia il 14 giugno 2024 pronunciandosi sugli effetti dell’intelligenza artificiale (AI) sul futuro dell’umanità.

La combinazione fra fattori tecnici e fattori umani rappresenterà un tema critico cui il 267esimo Papa dedicherà certamente attenzione all’intelligenza artificiale quale strumento che può adattarsi autonomamente agli obiettivi che le vengono assegnati, fino a poter operare scelte indipendenti dall’essere umano per raggiungere l’obiettivo prefissato. Un rischio che può mettere in discussione principi fondanti delle Scritture di tutte le religioni.

Mi permetto di sottolineare anche che l’intelligenza artificiale utilizza fortemente le operazioni algebriche secondo una sequenza, generando algoritmi. Essendo infatti basato sull’algebra, può esaminare solo realtà formalizzate in termini numerici. Prevost è anche un dottore in matematica, certamente conoscitore profondo dei presupposti dell’AI. Se, come già Francesco, proseguirà nella nuova tendenza a scrivere personalmente almeno parte delle Encicliche, potrà contribuire in modo anche tecnico ad illustrare caratteristiche e rischi della materia che condizionerà il nostro prossimo futuro. Un ruolo attivo, oltre la funzione religiosa, che potrà donare una posizione importante nella necessaria gestione dell’impatto che l’AI avrà nel guidare l’azione dell’umanità per restare al centro della nostra vita.

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