La parola al dottore commercialista
Arriva il whistleblowing

Il 15 maggio 2023 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 24/2023, che introduce la nuova disciplina del whistleblowing in Italia e prevede l'adeguamento dal 15 luglio 2023. Ecco come funziona e a chi è diretta

Andrea Ferrari
Andrea-Ferrari

Molti imprenditori, pubbliche amministrazioni, ed anche fondazioni ed associazioni dovranno adeguarsi dal 15 luglio 2023 alla normativa sul whistleblowing (letteralmente segnalazione) ovvero la possibilità di segnalare, con adeguate garanzie di riservatezza, potenziali situazioni di irregolarità presenti in realtà aziendali, pubbliche e private, profit e non profit. Ecco le principali informazioni da conoscere per non farsi trovare impreparati.

Chi deve adeguarsi alle norme sul whistleblowing? Chi ha più di 50 dipendenti
Chi ha meno di 50 dipendenti ma si è dotato del modello della legge 231
La Pubblica Amministrazione: Autorità Amministrative indipendenti, Enti Pubblici economici, concessionari di pubblico servizio, società a controllo pubblico e società in-house    Alcuni operatori economici specifici quali:
· le società per azioni (SpA) con più di 50 dipendenti;
· le società a responsabilità limitata (Srl) con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro;
· le cooperative con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro;
· le fondazioni e le associazioni con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro;
· le banche, le assicurazioni e gli intermediari finanziari;
· le società che offrono servizi di interesse generale, come ad esempio i trasporti pubblici;
· le società che operano nel settore alimentare e nella distribuzione di alimenti;
· le società che operano nel settore sanitario;
· le società che operano nel settore ambientale.

Da quando?
15 luglio 2023: organizzazioni ≥ 250 Dipendenti   
17 dicembre 2023: organizzazioni ≤ 249 Dipendenti

Di cosa si tratta. 
Il 15 maggio 2023 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 24/2023, che introduce la nuova disciplina del whistleblowing in Italia. Si tratta di una legge molto attesa, che finalmente riconosce e tutela la figura del whistleblower, ovvero quella persona che segnala alle autorità competenti o all’opinione pubblica una violazione di legge o un comportamento scorretto all’interno di un’organizzazione.   

La nuova legge prevede la possibilità per i dipendenti, i fornitori e i prestatori di servizi di segnalare eventuali illeciti o irregolarità senza subire conseguenze negative, come licenziamenti o rappresaglie. In particolare, il decreto legislativo prevede che le denunce siano protette da un’autonomia e riservatezza nei confronti del datore di lavoro o dell’organizzazione interessata, e che i whistleblower siano tutelati anche in caso di procedimenti giudiziari successivi alla segnalazione. 

La nuova normativa prevede anche la creazione di un’autorità di controllo indipendente che avrà il compito di ricevere e gestire le segnalazioni di eventuali illeciti o comportamenti scorretti all’interno delle organizzazioni, nonché di verificare l’efficacia delle misure adottate per tutelare i whistleblower.   

L’introduzione del whistleblowing è un passo importante per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Grazie alla nuova disciplina, i dipendenti e gli altri soggetti interessati potranno segnalare eventuali illeciti senza doversi preoccupare di subire conseguenze negative, e le organizzazioni saranno incentivare ad adottare comportamenti più corretti e trasparenti. 

Inoltre, la nuova normativa è in linea con le direttive europee in materia di whistleblowing, e rappresenta un importante passo avanti per l’Italia nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, favorendo la trasparenza e la legalità nelle attività economiche e sociali.

La norma in breve.
Secondo il D.Lgs. n. 24/2023, il whistleblowing è obbligatorio per le organizzazioni che superano determinati limiti dimensionali e per quelle che operano in specifici settori, come ad esempio il settore bancario e finanziario, quello sanitario, quello alimentare e quello ambientale

In particolare, le organizzazioni che sono obbligate a istituire un canale di whistleblowing sono:
·        le società per azioni (SpA) con più di 50 dipendenti;
·        le società a responsabilità limitata (Srl) con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro;
·        le cooperative con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro;
·        le fondazioni e le associazioni con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro;
·        le banche, le assicurazioni e gli intermediari finanziari;
·        le società che offrono servizi di interesse generale, come ad esempio i trasporti pubblici; ·        le società che operano nel settore alimentare e nella distribuzione di alimenti;
·        le società che operano nel settore sanitario;
·        le società che operano nel settore ambientale. Tuttavia, anche le organizzazioni che non rientrano in queste categorie sono incoraggiate a istituire un canale di whistleblowing, come forma di prevenzione e di promozione di una cultura aziendale basata sulla trasparenza e l’integrità.   

In ogni caso, è importante sottolineare che il whistleblowing non è obbligatorio per i singoli cittadini, ma rappresenta una facoltà per coloro che decidono di segnalare comportamenti illeciti o scorretti all’interno delle organizzazioni di cui fanno parte o di cui hanno conoscenza.

Condividi questo articolo