Quando negli Usa la politica monetaria interviene con una stretta sui tassi, l’effetto si propaga anche all’estero, e i paesi più sensibili sono la Francia e l’Italia. Una studio della Banque de France appena pubblicato (https://publications.banque-france.fr/en/international-spillovers-monetary-policy-evidence-france-and-italy) dimostra come le banche, soprattutto francesi e in misura minore le italiane, siano esposte a un meccanismo di trasmissione che le porta a ridurre la disponiblità di credito sul proprio mercato domestico.
Come funziona il meccanismo, conosciuto finora nella sua versione “nazionale”? Quando la Fed vende titoli di Stato a breve termine, chi li compra ritira risorse dai depositi per pagarli. La banca dove erano questi depositi deve quindi ricorrere a forme alternative di finanziamento, in parte stringendo appunto il rubinetto del credito.
Trasportato nella sua versione internazionale il meccanismo di trasmissione della politica monetaria porta a una contrazione dei depositi delle banche le quali, non sapendo trovare altre fonti di finanziamento, riducono i loro prestiti alle banche in Francia e Italia, provocando in questi mercati uno shock che è proporzionale alla loro dipendenza dalle banche Usa. E le più dipendenti da fondi stranieri sono quelle francesi, soprattutto in dollari. L’Italia, invece, ne risente per i prestiti in euro.