Nasce le Contemporanee per l'empowerment femminile
Alla parità servono stanziamenti nel bilancio
Giovanni Parrillo

Nello stesso momento, e in alternativa con le giornate di Verona, ha debuttato a Napoli “Le Contemporanee”, start up sociale e digitale per valorizzare la creatività femminile. I diritti sono un processo, una volta conquistati vanno difesi, altrimenti si torna indietro. Questo uno dei messaggi forti del Convegno. 

Il gender gap è ancora una realtà mondiale, di recente l’Onu ha ricordato che, nonostante molti Paesi abbiamo avviato programmi per ridurre tale divario, il salario femminile è ancora pagato il 24% in meno di quello maschile e che la probabilità di trovare lavoro per le donne è inferiore del 26% a quella degli uomini. Il Fondo Monetario ha fatto una proposta  chiara di recente: per superare il gender gap occorrono stanziamenti di bilancio. 

Il tema dei fondi in bilancio per superare il gap è emerso anche nel Convegno. Emma Bonino ha ricordato che “quota 100” penalizza fortemente le donne, le quali per motivi collegati alla maternità e alla difficoltà maggiore a inserirsi nel mondo del lavoro hanno meno anni di contributi degli uomini. Sempre considerando l’aspetto contributivo, Valeria Fedeli ha aggiunto che le donne dopo il parto perdono in media il 30% del salario precedente. 

L’80% del gap salariale, ha detto Fabio Pammolli, del Politecnico di Milano, dipende poi dalla composizione settoriale del Paese. Ci vuole una offerta qualificata nei settori tecnologici. Dove le donne son meno presenti. È anche un problema di come funziona la scuola, che indirizza le donne verso altri tipi di formazione, ha ricordato Fedeli. 

Anche il congedo parentale è un problema di budget, se gli uomini guadagnano di più, sarà difficile che  lo chiedano. Quindi risorse che lo rendano obbligatorio e prolungato per i padri potrebbero aiutare a gestire la situazione. 

Sulle quote rose tantissime relatrici e relatori hanno concordato sulla loro utilità. Se possono essere considerate una manifestazione di inferiorità, le quote, d’altra parte, hanno concretamente migliorato la situazione. Solo stando dentro il mondo del lavoro le donne possono superare il gap salariale e manageriale. Quest’ultimo è molto significativo, come ha ricordato Graziella Gavezotti, coo di Edenred. Secondo Eurostat, su 9,4 milioni di manager solo il 36% è donna, il 27% è membro di un Board, il 17% in posizione di senior executive. L’Italia con la legge sulle quote rosa è salita dal 5 al  34 per cento. Ed è ora nel gruppo di testa, seconda solo alla Francia che ha adottato una analoga legge e alla Norvegia, dove la parità è certamente molto più avanti che nei paesi dell’Europa latina. È necessario rendere permanente la legge, che prevede solo un periodo temporaneo di applicazione, oramai in scadenza. 

Le soft skills delle donne rappresentano una ricchezza, il quoziente emozionale è oggi riconosciuto come più importate del quoziente intellettivo ed è fondamentale per avere un buon gioco di squadra: saper osservare e saper ascoltare per poter rischiare. 

Fra i tanti gap c’è anche quello nell’educazione finanziaria, come ha ricordato Magda Bianco, Banca d’Italia, tuttavia ci sono segnali di miglioramento incoraggianti. Se l’Italia era ultima fra i paesi OCSE nel 2012, ora è nella media. Soprattutto, tra gli under 15 le conoscenze del gruppo femminile sono superiori a quelle del gruppo maschile. 

Tantissimi gli altri interventi di politici e addetti ai lavori in questa intensa giornata napoletana, organizzata da Valeria Manieri, Sarah De Pietro, Cristina Sivieri Tagliabue, che si è tenuta nello splendido Osservatorio astronomico dell’INAF. Napoli è stata scelta non a caso per dare un segnale alle regioni meridionali, dove il gender gap è più rilevante. Il Libro Bianco è il prossimo obiettivo concreto con cui Le  Contemporanee  intendono dare corpo a proposte e iniziative. 

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