BANCA CENTRALE EUROPEA
Al via la fase di preparazione dell’euro digitale

Con l'euro digitale la Bce si propone di rafforzare la resilienza del sistema dei pagamenti europeo, affiancando agli attuali mezzi di pagamento privati un mezzo di pagamento emesso dalla banca centrale. Una piattaforma di pagamento paneuropea, inoltre, favorirebbe concorrenza e innovazione

Federico Guerra

Nel mese di ottobre è terminata la fase di istruttoria della durata di due anni per lo studio e la progettazione dell’euro digitale ed è stata avviata la fase di preparazione per l’introduzione di una Central Bank Digital Currency (CBDC) da parte del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea.

La fase di preparazione è partita dal 1° novembre 2023, avrà una durata minima di due anni e consentirà di porre le vere e proprie basi per la futura eventuale emissione dell’euro digitale. Questo periodo sarà necessario per poter varare il corpus normativo di riferimento necessario per l’emissione, nonché per lo sviluppo di tutte le infrastrutture tecnologiche necessarie al progetto. L’obiettivo della BCE è infatti quello di condurre durante la fase di preparazione una serie di test e sperimentazioni per poter mettere a punto un progetto che sia in grado di soddisfare gli obiettivi prioritari che devono connotare una CBDC, tra i quali la facilità d’uso, il rispetto della privacy e l’inclusione finanziaria.

Il recente avanzamento del progetto per l’emissione dell’euro digitale ha creato un acceso dibattito tra esperti accademici, esponenti del mondo bancario e policymakers: perché è necessario emettere un euro digitale e quali caratteristiche deve possedere? Come ha dichiarato la presidente della BCE Christine Lagarde: «Dobbiamo preparare la nostra moneta per il futuro», e ha inoltre aggiunto: «Concepiamo un euro digitale come una forma digitale di contante che possa essere utilizzata gratuitamente per qualsiasi pagamento digitale e che risponda agli standard più elevati di riservatezza. Un euro digitale affiancherebbe il contante, che sarà sempre disponibile, in modo che nessuno rimanga indietro».

Nel report pubblicato al termine della fase di istruttoria, si evince chiaramente come l’euro digitale sia stato concepito per poter essere: i) accessibile a famiglie e imprese, ii) distribuito tramite intermediari vigilati come, ad esempio, le banche. Secondo quanto riportato dalla stessa BCE, l’euro digitale sarebbe quindi emesso come una forma digitale di contante, che affiancherebbe e non sostituirebbe i mezzi di pagamento già esistenti.

L’euro digitale offrirebbe dunque l’accesso a una forma di moneta pubblica e a corso legale (ruolo attualmente svolto solamente dal circolante), con l’obiettivo di garantire che la moneta emessa dalla banca centrale continui a svolgere il proprio compito, nonostante la sempre maggior preferenza per i pagamenti digitali. A tal riguardo si è espresso l’attuale Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, affermando che «Alla luce della crescente preferenza dei cittadini per i pagamenti digitali, dovremmo tenerci pronti a emettere un euro digitale insieme al contante».

La CBDC emessa dalla BCE offrirebbe inoltre una serie di caratteristiche che nessun mezzo di pagamento attualmente presenta in un’unica soluzione. Essa sarebbe largamente accettato e facilmente utilizzabile per qualsiasi tipologia di pagamento digitale nell’area dell’euro, sia online sia offline. Inoltre, garantirebbe il più elevato livello possibile di privacy, data l’assenza di interesse per la BCE nel conoscere le abitudini di acquisto dei cittadini.

L’obiettivo della banca centrale è infatti quello di raggiungere un livello di privacy simile a quello del circolante, evitando dunque l’accesso ai dati personali degli utenti. Infine, l’euro digitale garantirebbe l’esistenza di un mezzo di pagamento c.d. risk-free, poiché emesso dalla banca centrale stessa, e inclusivo anche per coloro che non hanno accesso ai servizi bancari.

Diverse sono le motivazioni che porterebbero all’emissione di un euro digitale. Esso consentirebbe di rafforzare la resilienza del sistema dei pagamenti europeo, affiancando agli attuali mezzi di pagamento privati, un mezzo di pagamento emesso direttamente dalla banca centrale. Nell’attuale panorama politico internazionale, la presenza dell’euro digitale garantirebbe una maggiore autonomia strategica del sistema dei pagamenti dell’eurozona, anche in caso di eventi strutturali come la pandemia da COVID-19 o lo scoppio di una guerra. Infine, l’euro digitale garantirebbe una maggiore concorrenza e innovazione, offrendo una piattaforma di pagamento paneuropea utilizzabile dagli intermediari coinvolti per introdurre nuovi servizi ai propri clienti, aumentandone dunque l’efficienza dell’utilizzo.

Nonostante la decisione di avviare la fase di preparazione per l’emissione di un euro digitale, il Consiglio Direttivo non ha preso ancora una decisione definitiva sulla sua effettiva introduzione, che verrà valutata solo una volta completato l’iter legislativo dell’Unione Europea. La Commissione Europea ha pubblicato a giugno 2023 un legislative proposal che servirà da punto di partenza per il futuro lavoro da parte dell’Eurosistema, insieme alle altre istituzioni europee, per poter proseguire il lavoro durante la fase di preparazione e valutare nel prossimo futuro l’effettiva emissione dell’euro digitale.