I PRIMI 5 ANNI DELL'ACF
Ai risparmiatori 120 milioni di euro

Un 2021 da record per i risarcimenti riconosciuti ai risparmiatori da parte dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), l’organo istituito presso la Consob per la risoluzione stragiudiziale delle controversie tra gli intermediari e i loro clienti.

Con 35,88 milioni di euro rientrati nelle tasche dei risparmiatori è stato toccato l’anno scorso un nuovo massimo a fronte dei 28,9 e dei 15,77 milioni di euro risarciti rispettivamente nel 2020 e nel 2019. Sale, così, ad oltre 120 milioni di euro l’ammontare complessivo dei rimborsi decisi dall’Acf nel suo primo quinquennio di operatività.

In rialzo nel 2021 anche il tasso di accoglimento dei ricorsi (69,4%, a fronte dei 30,4% rigettati), con una media nel quinquennio del 67,3% di ricorsi accolti e del 32,7% rigettati.

In forte crescita, inoltre, i volumi dell’attività, con un abbattimento dei tempi istruttori e decisionali di quasi il 40% nel 2021 rispetto agli anni precedenti. Confermato, dunque, l’obiettivo di azzerare entro fine 2022 l’arretrato accumulatosi nei primi tre anni di attività, a seguito di alcuni casi di risparmio tradito che hanno visto fortemente impegnato l’Acf sin dall’avvio della sua attività nel gennaio 2017.

Sono questi alcuni dei dati più salienti che emergono da un primo consuntivo del lavoro svolto dall’Arbitro nel 2021. Resta rilevante il valore complessivo dei risarcimenti richiesti, attestatisi nel 2021 a poco più di 81 milioni di euro, con una media a ricorso di oltre 51 mila euro. La richiesta minima è stata di 10,92 euro; quella massima di 500.000 euro, corrispondente al valore massimo di competenza dell’Acf. Nel complesso, nel quinquennio 2017/2021, sono pervenuti 8.695 ricorsi, con richieste risarcitorie per oltre 480 milioni di euro (circa 56 mila euro, in media, a ricorso). 

Al 31 dicembre scorso è salito a 4.868 il numero delle decisioni pubblicate e liberamente consultabili all’indirizzo www.acf.consob.it (erano 3.302 al 31.12.2020). 

Il tasso di adempimento delle decisioni dell’Arbitro – si ricorda, non vincolanti – resta elevato. La percentuale di spontanea esecuzione delle decisioni dell’Acf sfiora il 97% dei casi ed è in tendenziale e costante crescita.

Quello del tasso di adempimento delle decisioni è un aspetto a cui l’Arbitro attribuisce sin dal 2017 speciale rilievo, trattandosi del primo parametro di valutazione del grado di efficacia del servizio erogato. Resta, nello stesso tempo, importante che gli intermediari, ma anche gli stessi risparmiatori, continuino ad individuare nell’Acf lo strumento idoneo per la definitiva soluzione di ogni controversia. Ciò anche coerentemente con il processo di valorizzazione degli strumenti Adr, che rappresenta uno dei cardini del recente intervento di riforma della giustizia civile.