MERCATO DEI CAPITALI
Private equity in frenata

L'Aifi segnala il rallentamento degli investimenti nel primo semestre di quest'anno e la scomparsa dei grandi deal. In prima fila si sono mossi gli investitori individuali e i family office. Lo stesso clima si registra anche a livello internazionale

Il mercato dei capitali è il primo segnale concreto del clima di recessione che spira insieme con il ridimensionamento delle previsioni di crescita: il 2023 strizzato dall’1,2 allo 0,8 per cento, il 2024 a un esile 1 per cento. I dati sull’andamento del private equity e del venture capital nel primo semestre 2023, comunicati dall’Aifi con il suo presidente Innocenzo Cipolletta e il direttore generale Anna Gervasoni, dicono che il settore è in affanno e sta tirando i remi in barca.

La raccolta nel primo semestre ’23 ha sfiorato i 2 miliardi, ma quasi un miliardo sono stati i disinvestimenti, che hanno riguardato ben 54 operazioni. Il fatto che queste ultime siano soprattutto operazioni di piccola taglia preoccupa meno; preoccupa di più, dal lato raccolta, che siano venuti a mancare i grandi deal del settore infrastrutture (l’87% degli investimenti è su imprese sotto i 50 milioni di fatturato), mentre è aumentata la “raccolta captive”- quella proveniente dall’azionista, che è poco meno del 50 per cento del totale – e che si siano quasi dileguati i fondi internazionali.

I 20 operatori attivi sul fronte della raccolta di capitali hanno riportato il mercato al livello del 2019, cioè molto sotto il boom del 2021/22, e a segnalarsi in prima fila sono stati gli investitori individuali e i family office (il 24% del totale della raccolta indipendente), davanti ai fondi privati (23%), a molta distanza dalle banche (9%) e con la totale assenza delle assicurazioni, come ha fatto notare il direttore generale di Aifi Anna Gervasoni.

Sebbene ridotti, i deal ci sono comunque stati. La quota più rilevante è costituita da operazioni di venture capital, da un punto di vista geografico è stata la Lombardia a fare la parte del leone (il 51,4 per cento degli investimenti), il settore ICT (nel 31,5 per cento dei casi) è stato il più gettonato.

Il caso Italia non è una mosca bianca. Tutto lo scenario internazionale è immerso nello stesso clima. La raccolta di private equity a livello globale ha registrato nel primo semestre una flessione del 15% con 271 miliardi di dollari totali per sole 356 operazioni. I buy out sono crollati del 56%, da 490 miliardi di dollari del primo semestre 2022 ai 215 di oggi.

P.P.

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