Enrico Carloni “Il paradigma trasparenza – Amministrazione, informazione e democrazia”, Il Mulino, Bologna, 2022, pagg. 318, Euro 20,00
Lo scenario economico mondiale prossimo futuro, che i più importanti e qualificati centri di ricerca e analisi stanno delineando, risulta contrassegnato da minacce potenziali e da negatività, che impongono una seria riconsiderazione delle politiche monetarie e di bilancio finora adottate dai diversi Paesi.
Parallelamente, il varo di imponenti misure di sostegno economico sulle due sponde dell’Atlantico chiama direttamente in causa le Istituzioni preposte all’erogazione delle relative risorse a moltiplicare l’attenzione per prevenire e contrastare possibili loro anomali utilizzi.
Non è, pertanto, casuale che l’interesse degli studiosi sia stata richiamato, in misura maggiore di quanto avvenuto in passato, da temi che ruotano attorno alla funzionalità delle Pubbliche Amministrazioni, sollecitando attenzione sui profili dei livelli di efficienza e di trasparenza del loro operato.
Ed è, proprio, della trasparenza nei suoi diversi aspetti che si occupa questo bel libro di Enrico Carloni, Docente di Diritto Amministrativo e Politiche di Anticorruzione all’Università di Perugia. Al lettore viene, infatti, proposto un articolato percorso sistematizzante di considerazioni e riflessioni, che, partendo dal tema della trasparenza, approdano alla configurazione di un modello di Pubblica Amministrazione operante in modo ad essa coerente, mostrandone le conseguenze positive in termini di significativo miglioramento, sia della funzionalità del settore pubblico nei suoi rapporti con i cittadini, sia del livello di partecipazione democratica dei secondi. Ne risulta, infine, una definizione paradigmatica della trasparenza, in cui essa assume le caratteristiche di valore centrale su cui poggia un efficiente e moderno sistema democratico.
Viene, così, tracciato un percorso storico, ove si esaminano le radici filosofiche della trasparenza e, parallelamente, quelle ad essa speculari e contrapposte della segretezza, assunta a criterio di esercizio del potere e anche a momento di razionalizzazione dell’azione burocratica nella visione di Max Weber.
Una ricognizione storica, dunque, in cui non mancano il riferimento alla celebre frase di Filippo Turati di un’amministrazione pubblica – casa di vetro, una valutazione dell’articolo 21 della nostra Carta Costituzionale, sottolineando l’assenza di un versante passivo del diritto di informazione e una considerazione, infine, sulla fecondità legata al recepimento nel nostro ordinamento di norme europee e di altre norme internazionali.
Il lettore troverà, inoltre, pagine arricchite da puntuali ed esaurienti note bibliografiche, con riferimenti specifici alle norme nazionali, che hanno introdotto e ribadito il principio della trasparenza, con la rottura della prevalenza del criterio della segretezza, alle conquiste del decennio d’oro sotto l’aspetto della deopacizzazione, fino a giungere ai giorni nostri, contrassegnati, ultimamente, dalla richiesta di una semplificazione e riduzione degli strumenti di trasparenza, prefigurando, in definitiva, nuove fasi di minacce del suo livello complessivo.
L’impianto del libro prevede, poi, un paio di capitoli dedicati ai diritti e ai doveri connessi al tema della trasparenza, mettendo in evidenza, tra l’altro, le potenzialità e le fragilità di un accesso civico generalizzato e la consapevolezza di un significativo contrasto tra una sua valenza sistemica e un’ altrettanto marcata insufficienza operativa. Un quadro, valorizzato dall’esame delle diverse tipologie di anomalie, retaggio anche di un canone di segretezza che si manifesta ancora con forza ed è espressione incontrovertibile di interessi specifici e consolidati. In questo contesto, infatti, un ruolo cruciale è rappresentato dal tema della protezione dei dati personali, spesso, fattualmente interpretato dalle Istituzioni come una barriera insormontabile, o, comunque, alla stregua di un principio limitatore di una trasparenza globale.
Alla fine di questo percorso proposto dall’A. si raggiunge la consapevolezza, da un lato del valore essenziale e indispensabile da attribuire alla trasparenza in una moderna e sana democrazia, dall’altro dell’intrinseco obiettivo sfidante che essa rappresenta, poggiando la sua persistenza nel tempo su conquiste che si rinnovano progressivamente.
Si giustifica, allora, la richiesta del Carloni della creazione di una specifica Autorità della Trasparenza, che assommi in sé le competenze e le funzioni derivanti dai progetti di regolamentazione del lobbying, dalle norme sul conflitto di interessi e da altre norme disseminate in vari ambiti del nostro ordinamento.
In conclusione, si è qui in presenza di un libro, la cui lettura viene raccomandata non solo a una ristretta cerchia di amministrativisti, ma anche al più ampio mondo degli economisti, in quanto fornisce utili elementi di orientamento su un tema particolarmente complesso e delicato e, parimenti, stimola l’ approfondimento del profilo dei benefici economici conseguenti ad un’attività della Pubblica Amministrazione, condotta all’insegna dell’efficienza e della completa trasparenza.