DOVE LA CRISI NON ARRIVA
I ricchi sempre più ricchi

Secondo il BCG la ricchezza mondiale è destinata a crescere almeno del 5 per cento all'anno di qui al 2026. Ma l'epicentro sarà sempre di meno la Svizzera e sempre più Hong Kong

Secondo la società di consulenza internazionale Boston Consulting Group, nel mondo la ricchezza è aumentata, nonostante il Covid, la guerra e l’inflazione. Tra asset finanziari e beni reali (proprietà inclusa) a fine 2021 ammontava a 530 trilioni di dollari. Di qui a cinque anni, cioè nel 2026, soltanto la fetta degli asset finanziari aumenterà di un’altra ottantina di trilioni, al ritmo del 5 per cento l’anno.

Qualsiasi previsione deve naturalmente basarsi su uno scenario, e le cose potrebbero andare anche meglio (una crescita del 5,3 all’anno) se si assume che la guerra finisca entro l’anno, e che l’export di petrolio e di gas dalla Russia riprenda in fretta. Con uno scenario più avverso, quello di una guerra che si prolunga nel 2023, con le sanzioni sempre più dure (purché non entri in campo la Nato), la crescita resterebbe al 5 per cento l’anno.

La differenza, sorprendentemente, non è forte come ci si potrebbe aspettare. Come mai? L’interpretazione di BCG è che per contrastare l’inflazione gli investitori cerchino rendimenti in borsa, facendo crescere le quotazioni, e che anche le proprietà immobiliari, per lo stesso motivo, salgano di valore.

Ma la seconda ragione è che la ricchezza mondiale è soprattutto concentrata in aree lontane dall’epicentro della crisi, cioè in Nord America e nella regione dell’Asia-Pacifico. Tanto che Hong Kong si conferma un centro importantissimo per la gestione della ricchezza, tanto da sfidare il primato della Svizzera e superarla nel 2026. Questo nonostante la presa di Pechino sull’ex colonia britannica, anzi proprio per questo: è a Hong Kong che confluiranno sempre di più le ricchezze della madrepatria cinese.

I vecchi centri tradizionalmente votati a gestire le ricchezze cross-border rimarranno quindi a secco? Neanche per sogno. Zurigo Londra e New York sono e saranno comunque terre di grandi opportunità, dicono i consulenti di BCG, soprattutto perché potranno crescere sul fronte delle tecnologie digitali per raggiungere i clienti. Clienti che sono meno inclini ad attendere pazientemente il ritorno nel tempo dei loro investimenti, ed è questa la sfida vera per i gestori del denaro.

P.P.

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