Libri

a cura di Filippo Cucuccio

Dieci domande sul futuro del business bancario

Antonello Di Mascio -  Maurizio Primanni “La banca del terzo millennio - Il futuro del sistema bancario tra fintech e post pandemia”, Guerini NEXT, Milano, 2021, pagg.230, Euro 22,00

Filippo Cucuccio

Ci sono grande interesse e attenzione per tentare di delineare la possibile configurazione prossima futura del sistema bancario, anche nel nostro Paese. L’irrompere del fattore tecnologico, la comparsa di nuovi attori in grado ci competere con i protagonisti tradizionali delle vicende creditizie, l’offerta sempre più variegata di nuovi strumenti finanziari, lo sviluppo di nuovi comportamenti del consumatore di prodotti bancari e finanziari, legati anche al condizionamento di un fattore esogeno di decisivo impatto, quale la pandemia da Covid’19, sono tutti elementi che indirizzano le analisi dei nuovi modelli di business bancario verso un obiettivo principale: rispondere con cognizione di causa all’interrogativo basilare su quale sarà la banca del terzo millennio, perlomeno, nel terzo decennio di questo secolo.

È esattamente quanto si propongono di fare con questo libro Antonello Di Mascio, analista finanziario con numerose qualificate esperienze professionali maturate sul campo e Maurizio Primanni, fondatore e Presidente del Gruppo Excellence, attivo nei campi della consulenza manageriale, della formazione e dell’innovazione digitale.

L’itinerario, decisamente affascinante, proposto dai due AA. si sviluppa lungo un percorso intellettuale articolato in complessivi 7 capitoli, che sono preceduti da una Presentazione di Giovanni Sandri, Country Head di BlackRock Italia, una Prefazione di Paolo Martini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Azimut Holding e, poi, seguiti da una Postfazione di Massimo Scolari, Presidente di Ascofind.

Nei primi sei capitoli (il settimo è dedicato alle conclusioni) vengono passati in rassegna ed analizzati approfonditamente gli snodi cruciali che hanno caratterizzato l’evoluzione del sistema bancario dall’ultimo ventennio del secolo passato e stanno contrassegnando l’esperienza ultraventennale di questo secolo.

Si parte, così, dalla fotografia della banca tradizionale e dalla cesura rappresentata dalla crisi finanziaria del 2007/2008, per poi immergersi nell’analisi del nuovo modo di fare banca, indotto dall’impatto, sempre più invasivo, del fattore tecnologico, che ha sancito il passaggio da una banca di offerta di prodotti e servizi, quale si era abituati ad osservare, a una “banca conversazionale”, in cui l’aspetto consulenziale si rivela preminente e decisivo .

Il richiamo all’importanza del fattore tecnologico schiude la porta all’analisi del ruolo dei giganti tecnologici, le cosiddette big tech, in grado, ormai, di proporsi quali competitors temibili dei tradizionali più importanti gruppi bancari, risultando i primi favoriti nelle proprie ambizioni di crescita anche da una normativa che, come nel campo dei sistemi di pagamento, è stata ispirata a criteri di marcata liberalizzazione.

Da qui l’attenzione degli AA. si sposta opportunamente sul mondo dei distributori dei prodotti di largo consumo, cercando di coglierne non solo le similitudini con il mondo bancario tradizionale, ma anche di verificarne la possibilità di applicazione su quest’ultimo di alcuni interessanti sviluppi innovativi del primo, quali i sistemi di store loyalty management e di category management. Una possibile contaminazione tra questi due mondi, che, qualora si sviluppasse, produrrebbe effetti, particolarmente, significativi sulla morfologia dei nuovi modelli di business bancario.

Gli AA., alla luce degli elementi di analisi raccolti, passano poi a una valutazione orientata a considerare l’ambito della gestione del risparmio, come quello cruciale per disegnare la banca del futuro prossimo in uno scenario in cui si possono immaginare diverse declinazioni del business bancario: dalla banca piattaforma alla banca hub; dalla banca specializzata alla banca di credito alternativo. Due sono, comunque, le caratteristiche più significative di questo nuovo scenario: il ruolo centrale svolto dal consulente finanziario e l’accentuata polarizzazione tra servizi e prodotti semplici da un lato e servizi e prodotti complessi dall’altro.

Si giunge, infine, alla parte conclusiva di questo libro suddivisa in due sezioni. La prima contiene un decalogo di domande (dal fattore tecnologico agli orientamenti comportamentali delle nuove generazioni, dalla tipologia prevalente di presidio del territorio al ruolo della specializzazione, dal ruolo dell’intelligenza artificiale allo sbarco nella finanza delle big tech, etc) dalla cui risposta concreta sul campo dipenderà il futuro assetto del modello di business bancario.

La seconda sezione riassume i principali esiti di questa analisi, sottolineando alcuni fenomeni manifestatisi negli ultimi anni e che, a giudizio degli AA., ne confermano la validità: il riavvio del consolidamento bancario, il rafforzamento del fenomeno della bancassurance, il lancio delle banche digitali, lo sviluppo di nuovi prodotti di investimento, l’importanza del rating ESG, i nuovi orientamenti della Banche Centrali alla luce dei mutati assetti del mondo bancario e il ruolo dell’inflazione.

In definitiva, questo è un libro di cui si consiglia la lettura, assolvendo adeguatamente la funzione di utile strumento di orientamento e riflessione di fronte ai cambiamenti continui e, per certi versi, sorprendenti del modello di business bancario che si stanno verificando a livello mondiale; ma che toccano direttamente e in modo significativo il nostro Paese, come noto, tradizionalmente bancocentrico.

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