Con un turnover pari a 400 milioni di euro, è un marketplace dove si scambiano fatture di alta qualità, per offrire liquidità alle PMI e rendimenti attraenti ai finanziatori. Collabora con Banca Sella, Ebury, CRIF, EnelX
Operativa dal 2015 e fondata da Fabio Bolognini, Ettore Decio, Luca Spampinato e Matteo Tarroni (attuale amministratore delegato, nella foto, ndr.), Workinvoice è una società fintech di servizi a valore aggiunto per le imprese, che mette in contatto diretto risorse finanziarie e settore produttivo. Workinvoice ha sviluppato il primo mercato online in Italia di invoice trading, il canale alternativo per l’anticipo fatture, e nel 2018 ha stretto una partnership industriale con il leader delle business information Cribis (gruppo Crif). La società è al centro di un ecosistema di operatori finanziari, aziende leader di filiera, società produttrici di software gestionali e infrastrutture di soluzioni per la supply chain. Workinvoice è infatti una società multiprodotto che offre soluzioni alle principali esigenze legate al capitale circolante, e inoltre supporta gli operatori finanziari attraverso servizi di embedded finance.
2. Qual è l’idea che ci ha spinto
Workinvoice nasce dall’osservazione di un contesto problematico e dalla volontà di cambiarlo. L’Italia, statisticamente, è il Paese con i peggiori pagatori d’Europa, con i tempi più elevati e i ritardi maggiori. Ma non solo: a metà del 2013, quando nasce l’idea che porterà alla creazione di Workinvoice, il credit crunch bancario era già in atto e colpiva in proporzione soprattutto le imprese di dimensioni minori. Ne risulta un mercato del credito commerciale enorme, con un valore, secondo il Politecnico di Milano, pari a 450-490 miliardi di euro, coperto dal sistema bancario tradizionale solo al 24-27% (Osservatorio Supply Chain Finance 2020).
Ispirati da ciò che accadeva sul mercato britannico, decidemmo di aprire un marketplace dove si potessero scambiare fatture di alta qualità, per offrire liquidità alle PMI e rendimenti attraenti ai finanziatori. Workinvoice è nata con lo scopo di aiutare le PMI spesso dimenticate dalle istituzioni finanziare tradizionali, grazie a un nuovo approccio digitale che snellisse i processi e i criteri d’accesso che erano penalizzanti per le piccole imprese e poco flessibili. In un secondo tempo, la possibilità di offrire questi benefici anche ai clienti delle banche ha portato a modificare in parte la strategia fornendo agli istituti di credito interessati quelle soluzioni proprietarie di Workinvoice che permettono di migliorare i loro servizi verso le PMI.
La tecnologia – elemento necessario per creare un marketplace delle fatture – era matura e poteva offrire la possibilità di semplificare e snellire tutte le procedure tipiche dell’anticipo fatture bancario. Oggi la stessa tecnologia con cui Workinvoice ha sviluppato il suo primo marketplace, è utilizzata per integrare i servizi di gestione del circolante nei sistemi di istituzioni finanziarie e grandi corporate.
3. Quali risultati abbiamo ottenuto
Abbiamo a oggi un turnover pari a oltre 400 milioni di euro. Abbiamo avviato collaborazioni con partner come Banca Sella, con l’obiettivo di offrire alle Pmi i nostri innovativi servizi finanziari direttamente attraverso il canale dell’istituto bancario. Si tratta della prima operazione di questo genere in Italia: ovvero è la prima volta che la tecnologia di una fintech si integra completamente all’interno del sistema della banca per offrire servizi più flessibili, più rapidi e totalmente digitali alle imprese.
Abbiamo lanciato insieme a Ebury – società del gruppo Santander, leader globale nella gestione di incassi e pagamenti per le PMI che lavorano con l’estero – un innovativo servizio digitale che permette alle PMI italiane di proteggersi dal rischio di cambio della loro attività di import/export e di finanziare le fatture in valuta estera attraverso semplici procedure digitali ed online.
Insieme a CRIF – l’azienda leader nei sistemi di informazioni creditizie – abbiamo realizzato un mercato digitale dove saranno negoziati i crediti fiscali, a partire da quelli rinvenienti dal cosiddetto “Super Ecobonus”.
Con Enel X abbiamo stretto una collaborazione all’interno del progetto Ecosistema Impresa, la nuova piattaforma pensata per aiutare manager e imprenditori a ottimizzare i processi aziendali e avviare percorsi di crescita del business.
4. Quali sono i nostri prossimi obiettivi
Nel futuro di Workinvoice c’è il rafforzamento e l’ampliamento della rete di collaborazioni nell’ottica dell’embedded finance: ovvero l’integrazione dei servizi fintech nell’offerta degli istituti finanziari tradizionali, spinta in Italia dalla PSD2 (la direttiva europea sui pagamenti digitali), dalla fatturazione elettronica obbligatoria e dall’open banking. Un’integrazione già in atto nel mondo da qualche anno e di cui finalmente vediamo i primi esempi in Italia.
5. Il messaggio che vogliamo lasciare
Il futuro di molte startup finTech, nel passaggio cruciale dalla fase di lancio alla prima maturità, si misura sempre più chiaramente nella capacità di integrarsi con gli operatori tradizionali. Quantomeno con coloro che hanno intrapreso il viaggio verso una digitalizzazione più spinta per seguire o anticipare la domanda dei clienti. I processi di convergenza e integrazione potranno assumere forme e metodi diversi, essere espliciti o più nascosti (nel cosiddetto ‘white label’) ma sono sempre basati su pochi principi: la velocità nell’eseguire i progetti, la determinazione nel semplificare i punti di contatto con i clienti, il coraggio di sperimentare modelli che sono fortemente innovativi.
S. D’A.