Nato a Siena il 15 agosto 1958, Paolo Angelini consegue una laurea con lode in Economia presso l’università di Siena nel 1986.
Ottiene un master in Economia presso la Brown University nel 1989, e un Ph.D. in Economia presso la stessa università nel 1994.
Ha lavorato presso il Servizio Studi della Banca d’Italia dal 1990 al 2011, all’interno del settore monetario e finanziario, dove è stato responsabile dell’Ufficio Analisi Monetaria tra il 1998 e il 2003. Dal 2011 al 2013 ha diretto la Segreteria Tecnica per l’Eurosistema e la Stabilità Finanziaria.
Dal 27 gennaio 2014 è Vice Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria.
È membro del Comitato Tecnico Consultivo (in seno al Comitato Europeo per il Rischio Sistemico), del Comitato per la Stabilità Finanziaria (nell’ambito del Sistema Europeo di Banche Centrali) e del Consiglio direttivo dell’EIEF (Einaudi Istitute for Economics and Finance).
I suoi lavori scientifici, su tematiche di politica monetaria, mercato monetario, razionamento del credito e crescita d’impresa, banche e sistemi di pagamento interbancari, sono stati pubblicati sulle principali riviste italiane e internazionali, tra cui il Giornale degli Economisti, Economic Notes, American Economic Review, Journal of Monetary Economics, Journal of Money Credit and Banking.
Ancora oggi nel dibattito europeo il tema dell’elevato livello dei crediti deteriorati (non performing loans, NPL) viene utilizzato da coloro che chiedono una ulteriore riduzione dei rischi bancari quale precondizione per una maggiore condivisione dei rischi (il varo del sistema europeo di assicurazione dei depositi). I dati, tuttavia, indicano che l’incidenza degli NPL si va rapidamente riducendo, non solo in Italia, e che il problema è in fase di risoluzione. Non pare più sostenibile, in particolare, la tesi secondo cui l’elevato volume di NPL delle banche italiane sarebbe un problema per la stabilità finanziaria in Italia e in Europa.
In questo intervento mi soffermerò innanzitutto sullo stato attuale del mercato degli NPL in Italia, mettendo in evidenza alcuni importanti cambiamenti strutturali che ne stanno modificando, in meglio, caratteristiche operative, modalità di transazione e, più in generale, lo “spessore”. Svolgerò, poi, alcune riflessioni sulle modifiche che hanno interessato di recente (sia in Europa sia in Italia) la regolamentazione e la supervisione sulla gestione degli NPL da parte delle banche; si tratta di modifiche importanti (alcune delle quali ancora in via di finalizzazione) suscettibili, se opportunamente calibrate, di contribuire in misura significativamente alla definitiva risoluzione del problema degli NPL. Concluderò, infine, con alcune riflessioni sulle implicazioni che i recenti sviluppi potranno determinare per l’operatività delle banche, implicazioni delle quali gli intermediari dovranno necessariamente tenere conto per far sì che il loro sostegno all’economia possa rimanere elevato anche nel nuovo, più difficile contesto regolamentare e di mercato.