Chi dal primo aprile in poi ha movimentato una cifra in contanti pari o superiore ai 10 mila euro mensili, a partire da questo mese entra nel mirino dell’Uif in base alle nuove norme antiriciclaggio. L’Unità di informazione finanziaria, che fa parte di Banca d’Italia, dal primo di settembre stringerà le maglie dei controlli sul cash, sia sotto forma di prelievi che di versamenti in banca o alle Poste.
Saranno proprio gli intermediari, cioè gli istituti bancari e la rete finanziaria delle Poste, a dover fare ogni mese la segnalazione sotto forma di “comunicazione oggettiva”, cioè semplice indicazione di movimentazione del contante. La finalità infatti non è direttamente fiscale, e solo se da questa sorte di pesca a strascico venisse fuori un caso di sospetta evasione, il nominativo passerebbe dall’Uif alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate.
Gli intermediari dovranno comunque organizzare al proprio interno una funzione antiriciclaggio (https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/normativa/archivio-norme/disposizioni/controlli-interni-antiriciclaggio/Disposizioni.pdf), il cui responsabile avrà il compito di valutare e segnalare quali sono le operazioni sospette, nel rispetto della privacy della clientela.
Attualmente, il limite all’uso dei contanti tra soggetti posto dalla normativa sulla tracciabilità dei pagamenti è di 3.000 euro, salvo per il money transfer, che è fermo al limite dei 1.000 euro. In pratica, fino a 2.999 euro è possibile usare i contanti per un pagamento, oltre questa soglia si devono usare degli strumenti tracciabili, come un bonifico o una carta di credito.
Per la movimentazione in banca dei contanti, invece, il limite fuori dai radar finora era di 15 mila euro mensili. Si abbassa da questo mese a 10 mila, anche se raggiunti con quote di mille euro alla volta, come avviene pure in molti altri stati che hanno adottato i criteri di segnalazione, come Stati Uniti, Canada, Francia (ma in Spagna il limite è di 30 mila, e in Olanda a 15 mila).
Per chiarire la casistica, sono utili le FAQ del sito Uif (https://uif.bancaditalia.it/adempimenti-operatori/comunicazioni-oggettive/FAQ_Oggettive.pdf). Per esempio: per uno stesso intestatario con diversi conti correnti si dovranno considerare le movimentazioni in contanti fatte su ciascun conto, o il totale? La risposta è il totale, per cui non esiste la scappatoia di spezzettare le attività su più conti, e se si fa un prelievo in contanti su un conto di seimila euro, e un versamento in contanti della stessa cifra sull’altro conto, il totale supera la soglia dei 10 mila e va segnalato. Così come due versamenti di contante, uno di 7.000,50 euro e un altro di 2.999,70, non fanno superare la soglia perché non si sommano i decimali. Ancora, se si prelevano 1.500 euro, ma si versano contestualmente mille euro su un libretto a risparmio, il contante reale da considerare è solo 500 euro.
C’è da prevedere che si moltiplicheranno le operazioni da 999 euro, che restano sotto tutti i limiti. E anche che aumenterà la tendenza a conservare la traccia dei propri acquisti, a eventuale difesa dei prelievi fuori scala.