L'ANNO DELLA PRESIDENZA ITALIANA
Le 3 P che guideranno il G-20

Dopo un anno perso sotto la guida dell'Arabia Saudita, ecco l’agenda italiana, che vuole promuovere gli obiettivi europei in tema ambientale, finanziario ed economico. E punta su: persone, pianeta e prosperità

Chiara Oldani
Oldani

A chiusura dell’annus horribilis il nostro Paese il 1 dicembre 2020 ha avviato la presidenza del G-20, la prima della storia. I paesi membri del G-20 sono: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Unione Europea, che è rappresentata dal Presidente del Consiglio d’Europa e dal Presidente della BCE.

Questi paesi rappresentano circa il 90% del PIL mondiale, l’80% del commercio mondiale, il 66% della popolazione mondiale e l’84% delle emissioni di gas serra derivanti dall’uso di combustibili fossili. Il G-20 raccoglie allo stesso tavolo paesi grandi, come gli USA, il Giappone e l’Unione Europea, insieme a grandi paesi molto giovani, come Brasile, Argentina o la Cina: il futuro del consumo, dello sviluppo e della tecnologia.

Il G-20 nasce nel 1999 come organo tecnico di coordinamento globale in ambito finanziario ed economico e, solo dopo la crisi subprime del 2009, assurge al rango di foro di confronto politico globale. Ogni riunione del Gruppo dei Venti affronta i temi più attuali per cui il coordinamento internazionale è fondamentale.

Nei meeting di Pittsburgh e Londra del 2009 i paesi emergenti misero sul piatto risorse e aiuti per soccorrere le economie dei paesi del G-7, sull’orlo del baratro per via del crollo dei mercati finanziari, del credit crunch e della sfiducia dilagante. Le ingenti riserve ufficiali dei paesi produttori di petrolio e grandi esportatori hanno salvato le imprese americane, giapponesi ed europee. 

Il 2020 è stato l’anno della presidenza dell’Arabia Saudita, la prima volta di questo paese, una delle peggiori della storia del G-20 secondo molti attenti osservatori, non certo a causa della pandemia. I temi chiave del coordinamento globale sono stati del tutto cancellati dall’agenda saudita: cambiamento climatico, sostenibilità ambientale, tassazione delle attività digitali, parità di genere e debito dei paesi poveri. Grazie al COVID-19 i sauditi hanno dovuto accettare, senza entusiasmo, di discutere dell’alleggerimento del debito dei paesi poveri. 

Dopo un intero anno in cui non si è progredito su neanche un punto dell’agenda programmatica saudita a causa della pandemia, il 2021 è l’anno della ripresa, della rinascita e le aspettative sono molto alte, l’ottimismo è forte.

La presidenza italiana del 2021 ha un ambizioso programma che fa perno su 3P: persone, pianeta e prosperità. L’agenda italiana mira a promuovere gli obiettivi definiti in sede europea in tema ambientale, finanziario ed economico. All’interno della fitta agenda i temi fondamentali sono condizionati dalla ripresa nel post pandemia; la prosperità passa per la sostenibilità ambientale, le infrastrutture verdi sono finanziate con una tassazione globale ed equa, per favorire un processo di sviluppo sostenibile e bilanciato.

Digitale è la parola chiave del annus mirabilis che l’Italia dovrà declinare dal punto di vista delle infrastrutture, della tassazione, della conoscenza e della moneta, in un difficile equilibrio dialettico con quei paesi che respingono un’accelerazione tanto forte, causata anche dalla pandemia. La moneta digitale è forse il capitolo più controverso dell’agenda del G-20 italiano: la Banca Centrale Europea ha spalancato le porte al progetto di euro digitale, ammettendo nei fatti che se non è possibile battere il nemico, le criptovalute, meglio allearsi con lui per non rimanere indietro. 

Sul 2021 grava la grande incognita del populismo in molti paesi tra i Venti; questo Governi rifuggono dai temi controversi, dalle grandi responsabilità, che inevitabilmente hanno bisogno di laboriosi accordi, capace diplomazia e soprattutto forti contenuti per essere gestiti. Il successo della presidenza italiana dipende da quanto questi paesi accetteranno di lavorare su questi temi. 

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