Vittorio Occorsio – Elena Guardigli, Il Pegno, prefazione di Stefano Lucchini, in Il Codice Civile. Commentario - Lefebvre Giuffrè, Milano, 2025, pp. 1-829. Euro 80,75
Un istituto antico diventa leva di sviluppo e inclusione. Un’opera utile agli operatori del diritto e a chiunque voglia comprendere come funziona un ingranaggio della nostra economia: il legame tra credito e garanzia
Quando si parla di “pegno”, il pensiero corre ai Monti di Pietà o a scene di altri tempi, come Totò che impegna il cappotto nel film “Miseria e nobiltà”. In realtà, questo antico istituto è oggi più che mai vitale per l’economia. A dimostrarlo è il nuovo volume “Il pegno” di Vittorio Occorsio (notaio e professore ordinario di Diritto Privato Università Mercatorum) ed Elena Guardigli (avvocato e professore associato di Diritto Privato Università Pegaso), uscito nel prestigioso Commentario Schlesinger (che prende il nome dal suo fondatore e direttore per molti anni, prima che fosse continuato da F.D. Busnelli e G. Ponzanelli, sempre edito Giuffrè, ora Lefebvre Giuffrè).
In oltre ottocento pagine gli Autori esaminano, articolo per articolo, la disciplina codicistica e le leggi speciali, inclusa la normativa sul Pegno non possessorio. Ne emerge un quadro attualissimo: il pegno non è un relitto del passato, ma ma un pilastro della vita economica contemporanea in quanto garanzia decisiva per l’accesso al credito e quindi per la crescita. Dalle azioni alle quote societarie, dai crediti ai beni aziendali, esso accompagna la vita delle imprese in ogni fase, dalle start-up alle ristrutturazioni. Innovazioni recenti, come il pegno mobiliare non possessorio, hanno rafforzato questa funzione conciliando tutela dei creditori e operatività degli imprenditori.
Il volume non dimentica l’altra faccia della medaglia: i cittadini. In un Paese dove milioni di persone vivono a rischio di povertà, il credito su pegno resta un’àncora di salvezza per spese improvvise, alternativa legale a canali usurari. Così, dietro le norme giuridiche, affiorano le storie quotidiane di famiglie e persone comuni.
La forza del libro sta nell’aver restituito al pegno la sua doppia anima: da un lato, sofisticato strumento giuridico, con regole precise e complessi dibattiti dottrinali; dall’altro, leva economica e sociale concreta, capace di incidere sulle scelte di famiglie e imprese. Non un fossile del diritto, ma un meccanismo vivo, che si adatta ai tempi: basti pensare all’uso crescente delle nuove tecnologie, dalla dematerializzazione dei titoli al possibile impiego della blockchain.
La prefazione di Stefano Lucchini, Chief External Relations and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo e presidente FEDUF, evidenzia bene questo aspetto: il pegno è uno strumento che accompagna tanto il mondo della finanza e dell’impresa quanto i cittadini comuni. È la garanzia che permette di trasformare beni in liquidità, il ponte tra credito e crescita.
In definitiva, Il pegno non è soltanto un commento tecnico, ma un libro che parla al presente, mostrando come un istituto antico possa diventare leva di sviluppo e inclusione. Un’opera sistematica e senza precedenti, utile non solo a giuristi e operatori del diritto, ma a chiunque voglia comprendere da vicino un ingranaggio silenzioso ma essenziale della nostra economia: il legame tra credito e garanzia.