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RICETTE PER LA CRESCITA
Per competere, UK pensa a un "concierge"

Per rilanciare l'economia e la produttività il Regno Unito progetta l'istituzione di un "concierge service", cioè un servizio di accoglienza e guida per chi vuole investire dall'estero. Basterà?

Paola Pilati

La gara per competere a livello europeo nell’attirare nuovi investimenti ha visto scendere in campo, in luglio, il governo di Londra. Rachel Reeves, ministro delle Finanze di Keir Starmer, ha deciso di attivare, entro l’anno, un “concierge service”, cioè un servizio di accoglienza e accompagnamento per guidare chi vuole investire nel paese attraverso i passaggi richiesti dalle varie amministrazioni interessate e le lungaggini burocratiche del Regno Unito.

In questo la Reeves è affiancata dalla Bank of England, la banca centrale, la cui Prudential Regulation Authority ha già inviato le sue proposte di semplificazione per attirare gli investitori: si va dal rinvio dell’introduzione dell’accordo globale Basilea III sul capitale bancario nel Regno Unito, alla semplificazione delle norme sul capitale per le compagnie assicurative all’eliminazione del limite massimo sui bonus dei banchieri. Da parte sua, la Financial Conduct Authority ha suggerito di valutare una riduzione delle norme sui prestiti ipotecari e i controlli antiriciclaggio. Insomma, molti passi indietro rispetto ai provvedimenti presi dopo la grande crisi finanziaria.

L’idea è di avere un unico punto di accesso per attrarre nel Regno Unito società di servizi finanziari internazionali, dare assistenza alle aziende per ottenere visti e consulenza sulle competenze dei vari uffici.

L’ampia convergenza sull’obiettivo è motivata dalla scarsa performance generale dell’economia britannica, ma anche da alcuni segnali precisi: l’emorragia di delisting dal London Stock Exchange, il crollo del 4 per cento del flusso di investimenti stranieri registrato dal 2017 al 2024, la concorrenza crescente, oltre che di New York, anche di Dubai, Singapore, Parigi.

Il progetto del governo non sembra per ora avere sufficiente appeal: il gruppo farmaceutico Merk ha appena cancellato il progetto di un centro di ricerca da un miliardo di sterline nell’area di King’s Cross a Londra con una frase tombale: «UK non è competitiva a livello internazionale».

Il problema della crescita e della competitività è ormai una questione vitale per l’intero continente. Come dimostra il fatto che anche l’Unione Europea si dibatte sullo stesso tema. Il Rapporto Draghi per rivitalizzare l’economia fatica a procedere: secondo lo European Policy Innovation Council, think tank di Bruxelles, solo l’11 per cento dei suoi consigli sono stati messi in pratica, mentre riforme basilari come la capital market union restano nel limbo. Ma l’Europa è fatta di 27 stati, che zavorrano i processi decisionali, diverso è per il governo labour che guida il Regno Unito.

La Reeves ha rinviato al 26 novembre la presentazione della legge di Budget proprio per aver tempo di mettere in campo le riforme e gli investimenti necessari a dare al paese una prospettiva di crescita e contrastare la bocciatura che le può arrivare dall’Office for Budget Responsability in merito alla produttività del paese.

Una crescita stentata della produttività vuol dire introiti fiscali deboli e quindi la prospettiva di dover colmare il buco di bilancio con nuove tasse. Secondo il Financial Times, mentre l’attuale previsione dell’OBR indica una produttività dell’1 per cento per i prossimi cinque anni, in crescita all’1,3 per cento tra il 2029 e il 2030, una riduzione di appena lo 0,1 per cento vorrebbe dire 9 miliardi di sterline in meno di margine di manovra della Reeves nel suo budget.

Con una mossa che appare l’ultima spiaggia, Reeves ha appena ingaggiato una consulente speciale, Catherine Howard (partner dello studio di avvocati Herbert Smith Freehills Kramer, specializzata in pianificazione), per consigliarla su come sbloccare gli investimenti nelle grandi infrastrutture. Magari ispirandosi al modello canadese, dove una nuova legge consente al governo di accelerare i processi di autorizzazione e aggirare alcune norme per mandare avanti progetti che potrebbero stimolare l’economia. Plauso collettivo degli operatori del settore in UK. Davvero niente di nuovo sotto il sole.

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