Andrea Terzi, Il governo della moneta. Seconda edizione. Giappichelli, 2024, pagg. 208, 21,00 euro
L'equilibrio con cui l’A. presenta i principali concetti dell’economia monetaria e il funzionamento delle istituzioni finanziarie, fa di questa seconda edizione del volume un testo di riferimento per i professionisti che operano sul campo, nonché un testo base per i corsisti universitari di economia
La seconda edizione del volume si dipana elegantemente in due parti ben collegate tra di loro, di cui la prima prende in esame le pratiche, i concetti chiave, i meccanismi di base e gli strumenti dell’economia monetaria, mentre la seconda si concentra sui lati teorici e interpretativi, che poi finiscono per incidere sia sulle regole istituzionali sia sulle decisioni di chi è responsabile delle politiche pubbliche in campo monetario e finanziario.
L’Autore argomenta sin dall’inizio la linea informativa prediletta in questa circostanza, a favore di una pluralità di punti di vista: “La diversità di opinioni e le accese contrapposizioni nel dibattito sulla moneta e sul metodo più efficace per governarla sono necessariamente riconducibili alla diversa scelta delle ipotesi che sono alla base dei diversi modelli teorici utilizzati per elaborare indicazioni strategiche utili ai responsabili politici. Affrontare il dibattito sulla teoria e sulla politica monetaria soltanto dopo aver approfondito i meccanismi di fondo delle economie monetarie contemporanee è la scelta di questo volume” (pp. 2-3).
Nella prima parte del libro vengono discussi, con un linguaggio tecnico ma particolarmente accessibile, gli aspetti fondamentali dell’economia monetaria: le modalità nel regolamento dei pagamenti, i processi di creazione della moneta e degli strumenti di debito, la formazione dei prezzi e il rendimento degli strumenti finanziari emessi da vari operatori sul mercato, ed infine l’operato della banca centrale con i potenziali risultati che ne conseguono, per esempio la fissazione dei tassi d’interesse.
Proprio la rappresentazione del funzionamento della banca centrale è da annoverare tra gli argomenti più incisivi della prima parte del volume. Illuminante risulta la spiegazione rispetto a come lo Stato deleghi alla banca centrale “il ruolo di emittente della valuta nazionale”, e il suo ruolo in parallelo all’operato delle banche commerciali, definite come imprese private “autorizzate ad emettere passività monetarie denominate in valuta nazionale” (pp. 38-39).
Sono poi ben rappresentati i diversi compiti in capo alla banca centrale, ad esempio: fornire un sistema di regolamento dei pagamenti interbancari; regolare i pagamenti tra amministrazione pubblica e banche; sino ad esercitare il potere di vigilanza, che consiste nel controllo “del rispetto della normativa per l’esercizio dell’attività bancaria sul territorio nazionale, e la facoltà di concedere autorizzazioni, comminare sanzioni e prendere una varietà di provvedimenti nel caso di situazioni problematiche” (p. 40).
Un focus a se stante (ed essenziale) è giustamente riservato al sistema dei pagamenti nell’Eurosistema, ovvero l’insieme delle istituzioni che svolgono la funzione di banca centrale nell’area dell’euro: la BCE e le Banche Centrali Nazionali (BCN) dei Paesi che fanno parte della moneta unica europea, che è attualmente anche la valuta nazionale di ben venti Paesi dell’Unione europea.
Nella seconda parte del volume vengono esaminate le relazioni tra i fenomeni monetari in riferimento a due paradigmi distinti ma coesistenti, che sono alla base dei modelli teorici nonché delle scelte dei decisori politici. Da un lato vi sono i modelli che conservano al centro dell’analisi la teoria neoclassica dell’equilibrio economico generale. Dall’altro, vi è invece una linea di pensiero non per forza unitaria, che pone al centro dell’analisi i temi della sostenibilità delle posizioni finanziarie degli operatori del sistema, nonché quelli dell’instabilità economica, monetaria e finanziaria. Questo secondo filone di pensiero ha come obiettivo comprendere “le forze fondamentali che muovono l’economia” oltre che affermare l’idea che le cause delle fluttuazioni cicliche e della disoccupazione “vanno cercate nella dimensione monetaria” (p. 135).
Per meglio delineare i suddetti paradigmi, l’Autore fa un puntuale excursus nell’evoluzione del pensiero economico, evidenziando il lungo sviluppo teorico, con l’elaborazione, all’inizio del XX secolo, di una varietà di teorie del ciclo economico, nonché il graduale sviluppo teorico della macroeconomia negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, con gli stimoli preziosi derivanti dal pensiero di John Maynard Keynes e dalle intuizioni dell’illustre economista britannico.
Non per ultimo, con lo scopo di meglio illustrare la complessità dell’economia monetaria contemporanea, viene considerata la messa a punto – soprattutto nel corso degli ultimi decenni – nella tecnica di raccolta, elaborazione e interpretazione dei dati contabili, con l’accesso a una mole sempre più elevata di dati, che ha affinato l’analisi e l’efficacia di interventi in chiave anticiclica in base a stime affidabili dello stato dell’economia.
In sostanza, si tratta di un testo prezioso nel ramo dell’economia monetaria. Dato l’apprezzabile equilibrio con cui l’A. presenta al lettore i principali concetti dell’economia monetaria e il funzionamento delle istituzioni finanziarie, questa seconda edizione del volume può fungere come testo di riferimento per i professionisti che operano sul campo nonché come testo base per i corsisti universitari di economia. Infine, non sarebbe azzardato pensare a una futura rivisitazione del libro in un formato più semplice e ancor più accessibile, da mettere a disposizione degli alunni che in Italia frequentano l’ultimo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, per accrescere da subito la loro comprensione degli interessanti meccanismi dell’economia monetaria.