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ASSICURAZIONI
Polizze Catastrofali in Italia: obblighi, vantaggi e impatti sul sistema economico

Entro il 31 marzo le imprese con sede legale in Italia - tranne quelle agricole - devono dotarsi di una copertura assicurativa contro terremoti, alluvioni, frane e inondazioni. Il decreto interministeriale MEF - MIMIT è stato pubblicato (G.U. n. 48 del 27 Febbraio 2025 con entrata in vigore al 14 marzo 2025). La sfida sarà garantirne un’implementazione rapida, equa e sostenibile, evitando che il provvedimento si trasformi in un onere sproporzionato per le imprese più vulnerabili

Marco Brachini
Marco-Brachini

Negli ultimi anni, con frequenza e severità via via crescenti, il cambiamento climatico ha generato sul nostro Paese una serie di eventi meteorologici estremi che hanno sviluppato pesanti danni patrimoniali a imprese e territori, mettendo a rischio la tenuta del sistema economico nazionale.

L’Italia, per sua natura strutturalmente esposta a rischi sismici e idrogeologici, ha censito un incremento allarmante di questi fenomeni: basti dire che nel solo 2024, secondo Legambiente, ben 351 eventi estremi hanno colpito il nostro Paese, misurando un’impennata del 485% rispetto al 2015, anno in cui si registrarono solamente 60 calamità naturali.

A fronte di questa minaccia crescente, ancora oggi però registriamo un livello strutturale di sottoassicurazione degli operatori economici che fissa un dato estremamente sconsolante: solamente il 5% delle imprese italiane è coperto da polizze assicurative contro questo tipo di rischio.

Di fronte a questa fragilità strutturale è quindi intervenuto il legislatore con la Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, commi 101-112, della legge 30 dicembre 2023, n. 213) introducendo una novità epocale nel nostro sistema di gestione e prevenzione dei danni da eventi estremi: tutte le imprese con sede legale in Italia – con eccezione delle imprese agricole – avranno l’obbligo di dotarsi di una copertura assicurativa contro terremoti, alluvioni, frane e inondazioni entro il 31 marzo 2025.

Questo provvedimento, vero e proprio momento di discontinuità rispetto ad abitudini e prassi che conoscevamo, mira a ridurre la dipendenza del sistema produttivo nazionale dagli aiuti di Stato in caso di disastri naturali e vuole promuovere la cultura della prevenzione e della gestione del rischio, in maniera diffusa, tra tutte le imprese.

Il quadro normativo, che attendeva la definizione dei passaggi di dettaglio in un decreto interministeriale MEF – MIMIT appena pubblicato in G.U. (G.U. n. 48 del 27 Febbraio 2025 con entrata in vigore al 14 marzo 2025), è ora completo e permette di confermare pienamente l’obbligatorietà della copertura per tutte le imprese a decorrere dal 31 marzo 2025.

La norma prevede che la polizza copra fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature, mentre i premi, in una logica di valutazione tecnica dell’esposizione, saranno proporzionali al livello di rischio delle diverse aree territoriali. Per sostenere il settore assicurativo, SACE S.p.A. potrà riassicurare fino al 50% degli indennizzi, garantendo una maggiore stabilità del sistema. Inoltre, per garantire l’attuazione della legge e una maggiore trasparenza e accesso alle coperture, IVASS introdurrà un comparatore ufficiale delle polizze catastrofali (Cat/Nat), mentre un pool di oltre 20 compagnie assicurative, coordinato da ANIA, lavorerà per introdurre elementi di stabilizzazione dei costi a carico delle aziende.

L’assicurazione obbligatoria introdotta dal legislatore rappresenta indubbiamente un cambio di paradigma e bisogna sostenere il sistema affinché non venga erroneamente interpretata come un ulteriore balzello, l’ennesimo costo a carico delle imprese, ma rappresenti una vera e propria opportunità per rafforzare la resilienza economica del Paese e per promuovere una maggior consapevolezza e maturità nella gestione del rischio da parte di ogni singola azienda.

La copertura poi, al di là del suo obiettivo specifico, genera anche altri possibili benefici per le singole imprese. Gli operatori economici che si adeguano, per esempio, avranno l’opportunità di beneficiare di possibili migliori rating creditizi e quindi di condizioni finanziarie più vantaggiose, poiché le istituzioni finanziarie considerano più affidabili le aziende con una solida gestione del rischio. Inoltre, attraverso questo tipo di tutele, dopo un disastro naturale sarà più agevole garantire la continuità operativa del sistema anche al fine di preservare la sopravvivenza di intere filiere produttive o di specifiche aree dove è massiccia la presenza di distretti industriali in cui, tipicamente, le imprese sono strutturalmente interconnesse tra loro.

Ciò nonostante, uno degli ostacoli principali alla piena diffusione di questo strumento rimarrà il costo della copertura, soprattutto per le PMI situate in aree di rischio con maggiore esposizione. Sarà quindi determinante riuscire a generare un’ampia diffusione di queste polizze così che si possa applicare un’ampia mutualità assicurativa che potrebbe aiutare a contenere il costo dei premi e a rendere tutto l’impianto più sostenibile.

Il mercato assicurativo, reagendo prontamente, ha già cominciato a rispondere a questa nuova esigenza in modo mirato e con prodotti innovativi: player come Allianz, AXA e Unipol hanno adeguato la loro offerta, così come Sara Assicurazioni, che ha lanciato un proprio prodotto, basato su un approccio ESG, per incentivare la prevenzione e la sostenibilità delle proprie imprese assicurate.

In conclusione, l’introduzione dell’obbligo delle polizze catastrofali rappresenta senza dubbio una discontinuità significativa nella gestione del rischio per le imprese. Siamo di fronte a una vera e propria inversione di paradigma: dall’attesa degli aiuti di Stato in caso di calamità naturali per ottenere il ristoro del danno patrimoniale subito, si passa a una riduzione della dipendenza dai fondi pubblici in caso di ricostruzione consentendo di liberare risorse statali per altre priorità e promuovere, al contempo, una maggiore responsabilità individuale nella gestione del rischio.

L’obbligo assicurativo per le catastrofi naturali quindi non è solo una risposta alle emergenze climatiche, ma una strategia per rendere l’intero sistema economico più resiliente e competitivo. La sfida sarà garantirne un’implementazione rapida, equa e sostenibile, evitando che il provvedimento si trasformi in un onere sproporzionato per le imprese più vulnerabili.

Se gestita correttamente, questa riforma potrà segnare una svolta strutturale per il nostro Paese, sfruttando la gestione assicurativa dei rischi ambientali come un vantaggio competitivo per favorire crescita e stabilità.

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