Da che cosa dipende la redditività di una banca? Dagli assetti strutturali, dalle strategie di business, dalla rispondenza ai criteri di sostenibilità? E c'è un modo migliore per misurare la sua efficienza? Una serie di saggi indaga sulla sfida dei cambiamenti di mercato, tra rischi ed opportunità, nel settore bancario
Il tema della redditività delle banche è da sempre oggetto di analisi da parte di accademici, autorità di vigilanza e practitioner ed è tornato ultimamente di moda a fronte dell’evoluzione della regolamentazione, diventata via via più stringente anche per i nuovi vincoli di natura prudenziale e dei cambiamenti del contesto economico e finanziario di riferimento, a sua volta influenzato dalle differenti fasi di politica monetaria attuate dalla BCE, in risposta, prima, alle note crisi di natura finanziaria e più recentemente all’emergenza pandemica e al ritorno dell’inflazione.
La redditività è un obiettivo strategico per le banche, condizione essenziale per la sopravvivenza, la crescita e il raggiungimento dei necessari equilibri finanziari e patrimoniali. Essa è fortemente condizionata da alcune variabili di mercato, che incidono sul processo decisionale degli intermediari e spingono gli stessi a ricercare nuove leve strategiche e a rivedere e adeguare i modelli di business con l’obiettivo di accrescere il valore per gli azionisti e gli altri stakeholders.
Le banche hanno dovuto ripensare le proprie scelte strategiche ed organizzative, in un contesto reso complesso anche dalle sfide poste dai nuovi paradigmi tecnologici, con la digitalizzazione dei processi e lo sviluppo delle applicazioni, in ambito bancario e finanziario, dell’intelligenza artificiale, dalla pressione competitiva esercitata da nuovi operatori che, non essendo classificabili come intermediari finanziari, non sono soggetti ad analoghe forme di regolamentazione e di vigilanza e, non da ultimo, dall’orientamento sempre più marcato verso la sostenibilità.
Il numero speciale di Rivista Bancaria – Minerva Bancaria, ora pubblicato www.rivistabancaria.it , accoglie i contributi sul tema, selezionati a seguito di una call for papers e due saggi a invito, di Marco Onado ed Elena Beccalli. Nel complesso, il numero propone numerose riflessioni sui vari temi che caratterizzano la redditività bancaria: dagli assetti strutturali, alle strategie di business e alla rispondenza ai criteri di sostenibilità, fino ad interrogarsi su quali misure siano le più adatte per misurare l’efficienza delle banche.
Il saggio di Marco Onado analizza le condizioni di equilibrio delle banche, discutendone tanto la dimensione interna, relativa all’efficienza e alla redditività, quanto quella esterna, collegata all’efficienza con cui l’intermediario esercita la sua funzione allocativa. Il lavoro propone riflessioni sui modelli proprietari e sulle dimensioni aziendali, nella prospettiva della configurazione ottimale del sistema finanziario e della relativa regolamentazione. Il contributo si propone di ripercorrere gli eventi più significativi che hanno caratterizzato il sistema finanziario fino ai nostri giorni.
Il contribuito di Elena Beccalli si occupa di fornire una disamina sui modelli di banche mutualistiche in Europa, indagando la relazione presente tra efficienza ed eterogeneità tra i modelli cooperativi presenti nei vari paesi. L’analisi si concentra sull’esame di due modelli organizzativi prevalenti: la struttura a “network” e quella “integrata”. Le evidenze empiriche a cui giunge l’Autrice mettono in risalto che le banche cooperative europee, con un modello caratterizzato da un minor grado di integrazione, mostrano migliori risultati nell’efficienza lato costi e nel potere di mercato, a differenza di quelle maggiormente integrate che presentano una peggiore efficienza lato costi, ma si distinguono per una redditività superiore.
Il lavoro di Giuliana Birindelli, Anita Quas, Michela Rancan e Daniela Vandone, analizza la relazione tra l’adesione ai Principi UNEP FI e la performance economica delle banche sottoscrittrici. Un tema, questo, dove la letteratura esistente risulta essere limitata e che ha visto le Autrici impegnate nell’acquisire dal sito UNEP FI le informazioni sulle banche (EU 27) che, nel periodo 2007-2021, hanno aderito ai Principi promossi dalle Nazioni Unite, in particolare dall’United Nations Environment Program Finance Initiative (UNEP FI). Dopo aver applicato un Propensity Score Matching per avere un campione bilanciato di banche (aderenti e non), le Autrici hanno testato la relazione evidenziando l’assenza di un significativo collegamento anche dopo la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi.
Il saggio di Brunella Bruno e Immacolata Marino esamina un campione di banche europee orientate all’intermediazione creditizia tradizionale, per cogliere i legami tra dimensione e performance. Le Autrici giungono alla conclusione che l’appartenenza ad una determinata classe dimensionale non aumenta la probabilità di essere top performer, ma che i principali fattori, indipendentemente dalla classe dimensionale, che incidono sul livello di redditività, sono rappresentati dalla qualità del credito e dall’efficienza.
Lorenzo Faccincani e Michele Rutigliano, partendo dall’esame del Cost-Income Ratio (CIR), metrica questa che da sempre ha consentito alle banche di valutare l’efficienza operativa, svolgono un’analisi critica di tale metodologia che spesso conduce ad esprimere giudizi parziali o addirittura errati. Gli Autori, ricorrendo a dati di bilanci consolidati delle banche significative italiane dal 2020 al 2023, suggeriscono l’utilizzo di altri indici ottenuti rapportando i costi operativi al totale attivo, al patrimonio netto contabile e al Common Equity Tier 1.
L’ultimo contributo, di Stefania Sylos Labini, tratteggia il tema della redditività delle banche alla luce dei vari modelli di business che si sono nel tempo susseguiti e della necessaria tendenza alla diversificazione che, negli anni, ha rappresentato un driver rilevante per conseguire risultati economici in altre aree di attività, diverse da quella dell’intermediazione creditizia tradizionale. L’Autrice arriva alla conclusione che la teoria del back to basics possa essere la strategia vincente, percorribile dalle banche italiane, da conciliare con le sfide poste dalla sostenibilità e dalla digitalizzazione. Il saggio prende anche in rassegna una letteratura molto ampia sul tema della redditività che negli anni ha rappresentato uno dei filoni di studio e di ricerca più investigato in Italia e all’estero. Taluni di essi, sebbene datati, rivestono tutt’ora una valenza significativa.