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AVVENTURE IMPRENDITORIALI
Exit strategy – Storia di una start up dall’idea al successo

Costruire una società di assicurazioni partendo da una SPAC, affrontando la navigazione sul NET e dare vita a qualcosa di nuovo. È il caso di Net Insurance. Qui il suo amministratore delegato ne racconta la storia e ne dà la ricetta. In 52 tesi.

Andrea Battista
Battista

In “Exit strategy” (edito da Luiss University Press) esploro ed analizzo le vicende di un’impresa e del connesso progetto imprenditoriale. È una specifica impresa – Net insurance – dapprima oggetto misterioso, venuto al mondo con il nome di Archimede SPAC, poi cresciuto in fretta per divenire appunto Net Insurance, impresa di assicurazione.

“Exit Strategy” si compone di 8 capitoli: Punti d’appoggio; Scenari e mercati; Idee, piani, execution; Controllo di realtà; Persone; Navigare e riorientare; Exit e oltre; Lezioni apprese. 

Ha il suo momento centrale nella narrazione della traversata Net, in acque spesso turbolente ma che hanno sempre visto l’impresa raggiungere e superare i propri obiettivi, facendone un caso pressoché unico nel mondo assicurativo.

I due principali motivi per mettere su carta questa affascinante avventura imprenditoriale sono da un lato capitalizzare e consolidare l’apprendimento maturato e dall’altro – e soprattutto – condividerlo con “il mondo”. La narrazione è condizione di esistenza. I fatti nel tempo sono la loro narrazione e senza narrazione nel lungo termine non vi sono fatti.

Il presupposto epistemologico dell’architettura narrativa ed analitica di tutta l’analisi è che la pratica d’impresa è – può essere – fonte di conoscenza tendenzialmente non riducibile ad altre.

Le idee possono nascere nel complesso gioco della competizione. Vale ovviamente anche la simmetrica considerazione che la pratica non potrà mai da sola essere fonte sufficiente e autonoma di conoscenza del reale.

Precondizione è che l’impresa sia genuina espressione di libertà. Solo così le dinamiche generano significati autentici e non distorti.

Sono convinto che un ampio insieme di casi simili a Net Insurance – iniziative similari per dimensione, ambizione, contesto e altri aspetti ma non necessariamente per settore – possano giovarsi di questo libro e delle specifiche proposizioni in esso contenute. Le start-up o le scale-up sono ovviamente in cima alla lista.

Le condizioni di riproducibilità e le fattispecie di applicabilità sono aspetti chiaramente ardui e delicati. Eccezioni, instabilità e rumore di fondo sono ovunque nel complesso mondo del business moderno e il basis risk – la distanza tra modello e le caratteristiche della realtà cui viene applicata – è sempre in agguato, dietro l’angolo della prossima decisione.

Ne emergono infine alcune tesi riepilogate nell’ultimo capitolo, numerate in ben 52. Accenno qui ovviamente solo ad alcune tra queste, con il deliberato intento di acuire l’appetito del lettore di questa presentazione

  1. La piccola dimensione di impresa soffre strutturalmente della mancanza di economia di scala – centrali nel settore assicurativo – ma ha comunque diverse frecce nella propria faretra: velocità, innovazione (facilitata da limitatezza e maneggiabilità degli elementi legacy), flessibilità, micro-relazioni consolidate. Quindi non vengono messe al lavoro le note economie di scala né le economie di scopo ma le più complesse economie da soft skill, da diffondere nell’organizzazione (genitore della resilienza, ricordo) a tutti i livelli possibili.
  2. Non andate alla ricerca della killer application, perché è come il principe azzurro: non la troverete! La soluzione disruptive a trecentosessanta gradi è quasi impossibile, quando la performance d’impresa è realizzata tramite il presidio di una catena del valore articolata e complessa, con diversi macro-fattori differenzianti e interdipendenti.
  3. La tolleranza diffusa e strutturale all’errore è elemento critico di successo per progetti complessi e imprese ambiziose e deve avere compiute caratteristiche multidimensionali: epistemologica, finanziaria, organizzativa, psicologica.
  4. L’innovazione è efficace nel creare valore economico se e solo se le imperiture regole tecniche dell’assicurazione vengono osservate con scrupolo
  5. La SPAC è un duttile strumento nato e cresciuto bottom-up; può funzionare (e molto bene) se alla base v’è un robusto e credibile disegno industriale. Quando la SPAC è destinata a fallire? Quando sotto il vestito (cioè, dentro il veicolo finanziario) non c’è niente di valore.
  6. L’exit è l’evento che chiude il progetto imprenditoriale, trasformando in certo il rendimento dell’investimento. La buona exit esalta l’impresa quale organismo vivente, autonomo dai singoli attori e si caratterizza per la valutazione olistica e combinata di una pluralità di fattori.
  7. La frode finanziaria è l’evento “limite”, drammatico, a probabilità di accadimento in genere bassissima ma mai impossibile, perché viviamo tutti nell’Estremistan. Quando la frode viene scoperta, bisogna subito guardare in faccia la cruda realtà e affrontarla tramite l’insieme individuato ed illustrato di precise linee guida, coerenti e generalmente valide.

Il libro è dunque un intenso percorso alla ricerca del buon management, che consente altresì di gustare l’emozione che il mercato – reale e finanziario – regala ai suoi attori protagonisti quando funziona – anche solo discretamente bene – come meccanismo allocativo diffuso, limitato e decentrato.

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