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M&A, l'Italia fa record

Dall'inizio dell'anno cresce tra le imprese a livello internazionale la voglia di fare shopping in Italia. Ma anche all'interno dei nostri confini c'è più effervescenza nel settore merger&aquisition tra soggetti domestici. La contabilità del London Stock Exchange

Nel primo semestre di quest’anno l’Italia ha visto esplodere l’attività di M&A come protagonista (anche se ben lontano dal record del 2007): gli affari conclusi con la partecipazione di un soggetto italiano, o nel ruolo di acquirente o di preda, hanno raggiunto l’ammontare di 41,2 miliardi di dollari, il 70% in più della cifra registrata nello stesso periodo del 2023. Quelli in cui il target è stato italiano, rappresentano una porzione importante, con un valore totale di 25,4 miliardi di dollari.

I deal complessivi sono stati 831, secondo la contabilità del London Stock Exchange Group, e sono guidati dall’operazione record di Swisscom che ha acquisito Vodafone Italia per 8,7 miliardi di dollari. Ma anche gli M&A a livello nazionale, che hanno avuto come protagonisti attori domestici, sono aumentati, anzi hanno triplicato il valore degli ultimi due anni, raggiungendo gli 8,7 miliardi di dollari.

A fare la parte del leone – con il 38% del totale – è stato il settore delle telecomunicazioni, seguito dal settore energia e dall’industria.

L’Italia si è data invece poco da fare sui mercati stranieri. Le attività di M&A realizzate con un soggetto italiano hanno toccato il record negativo degli ultimi quattro anni (meno 37%), per un valore d 6,3 miliardi di dollari. Quasi cinque di questi sono stati realizzati negli Usa.

Quanto alla gara tra banche d’affari per guidare la fetta più ricca delle operazioni, l’ha vita JPMorgan (il 41% del mercato con 11 deal), seguita da Deutsche Bank (5 deal) e da Mediobanca (22 deal) in seconda e terza posizione. Goldman Sachs, che era al secondo posto nel 2023, si è dovuta accontentare della settima posizione, sudando per ottenerla con sette operazioni.