Come sono cambiati con il Covid i comportamenti dei consumatori rispetto al credito all'acquisto, ai prestiti personali, al tasso di default, al clima di fiducia
Dalla 50^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, emerge una contrazione mai sperimentata relativamente ai flussi di credito alle famiglie a causa dell’impatto della pandemia Covid-19.
Nel 2020 le erogazioni di credito al consumo hanno fatto registrare una riduzione del -21,6% rispetto all’anno precedente ma nei primi quattro mesi dell’anno in corso si è registrato un rimbalzo del +29,4%.
Nello specifico, si segnala una forte ripresa dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto (+71,2% rispetto ai primi 4 mesi 2020), anche se non recuperano appieno rispetto ai volumi pre-pandemia (-1,6% sui 4 mesi 2019).
I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi, invece, mostrano una crescita del +38,2%, replicando i volumi pre-pandemia (-1,1%).
In recupero anche i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione che raggiungono quasi i volumi pre-crisi (-0,7% il confronto con i primi 4 mesi 2019, +21% quello con il corrispondente periodo 2020) mentre i prestiti personali continuano a risentire gli effetti della crisi in atto: nonostante il rimbalzo di marzo/aprile che ha portato in positivo l’evoluzione delle erogazioni nei primi 4 mesi 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 (+12,8%), il confronto con i volumi pre-Covid rimane decisamente negativo (-23,3%).
Infine, gli utilizzi rateizzati delle carte opzione/rateali hanno fatto segnare nel primo quadrimestre 2021 una contrazione sia nel confronto con lo stesso periodo sia del 2020 (-7,6%), sia del 2019 (-19,8%).
Per quanto riguarda le erogazioni di mutui immobiliari, nel 2020 era stata registrata una crescita del +12,7% grazie al traino, almeno fino a settembre, delle surroghe. Nei primi quattro mesi 2021 la dinamica positiva ha visto un’ulteriore accelerazione (+34,6%) per via della ripresa dei mutui d’acquisto. Il confronto sul corrispondente periodo del 2019 restituisce, inoltre, un incremento ancora più elevato (+39%).
L’analisi della rischiosità del credito alle famiglie
Nel corso del 2020 l’intensa contrazione del reddito disponibile delle famiglie è stata in parte attutita dagli interventi governativi che hanno contenuto l’incremento della rischiosità del credito.
Nello specifico, il tasso di default a 90 giorni del credito al dettaglio (quindi mutui e credito al consumo) ha fatto registrare una riduzione e si è attestato all’1,2% a marzo 2021, toccando il punto di minimo degli ultimi anni.
La riduzione coinvolge sia i prestiti finalizzati, che si attestano all’1%, sia i prestiti personali, che scendono al 2,3%.
Anche per i mutui immobiliari il tasso di default a 90 giorni ha seguito un percorso di riduzione e si è attestato all’1,2% a fine marzo 2021.
Le prospettive del comparto
Le previsioni per il 2021 presentate nell’ultima edizione dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia indicano che il ritorno alla crescita dell’attività economica ipotizzato per i prossimi trimestri si rifletterà sulle condizioni finanziarie e sul clima di fiducia delle famiglie favorendo il ricorso al credito. La domanda di credito sarà sostenuta anche dalla ripresa dei consumi e da bassi tassi di interesse per tutto il periodo di previsione.
Nell’insieme gli stock di credito alle famiglie rafforzeranno i ritmi di crescita nel 2021 per poi proseguire nel biennio 2022-2023 a ritmi del 3% medio annuo.
In prospettiva, il ritorno a un ciclo economico favorevole non sarà però in grado di evitare un peggioramento della qualità del credito e, con la sospensione delle misure di sostegno, il tasso di default è previsto infatti in aumento a fine 2021, sebbene a ritmi differenti tra i comparti dei mutui e del credito al consumo, per effetto della diversa possibilità di attivare ancora la moratoria nel corso dell’anno.
*Crif
**Prometeia
***Assofin