PREVISIONI DA DAVOS
2024, stagione di caccia

La frenata dei titoli tecnologici. Le banche d'affari in battuta d'arresto. Gli investitori pieni di liquidità in cerca di nuove opportunità ... Voci dal meeting alpino

Il meeting di Davos è da sempre l’occasione per tastare il polso ai grandi gestori del denaro sulle aspettative dell’anno appena aperto. Sarà migliore del precedente, visto che l’inflazione ha tirato il freno e si dovrebbe avvicinare il momento in cui le banche centrali cominceranno a fare a ritroso il cammino sui tassi?

Le borse sembrano crederci, vista la voglia di segnare nuovi record che viene da Wall Street. Gli investitori sono pronti a mettere nuova benzina sui mercati, come è convinta per esempio  Blackrock, per nulla preoccupata del fatto che gli investimenti “verdi”, che rispecchiano i timori sugli sconquassi del clima, siano passati nel sedile posteriore per chi guida la strategia dei fondi: i clienti hanno voglia di nuovi prodotti su cui scommettere il proprio cash e occorre inventarli.

Ma le scommesse sul futuro non sono affatto facili. Ne fa una azzardatissima Robert Armstrong, il commentatore finanziario sui mercati Usa del FT, e cioè che il trend che guiderà il mercato sarà diverso da quello a cui abbiamo assistito finora: le Magnifiche sette della Borsa, le società tecnologiche che hanno trainato i rialzi abbattendo intrepide ogni record, questa volta lasceranno posto a qualcun altro. Non saranno più loro a guidare gli indici.

Armstrong deriva questa previsione dal fatto che su alcune grandi società tecnologiche del gruppo delle Magnifiche spira aria di tempesta da parte dell’Autorità Antitrust americana.  Meta, Alphabet, Amazon e Apple sono tutte nel suo mirino (le altre del gruppo delle sette sono Microsoft, Nvidia e Tesla).  

Meta potrebbe essere obbligata a vendere Instagram e WhatsApp; Alphabet a spezzettare la sua macchina da soldi, cioè Google; Amazon a cambiare le sue pratiche sui prezzi; Apple ad aprire i suoi prodotti all’interoperatività con gli altri. Tutte partite ancora non decise, ma che possono allontanare gli investitori e renderle poi eventualmente meno redditizie (anche se, per ora, il mondo di Wall Street non sembra dargli peso, visto che continuano a trainare la crescita dello S&P 500).

E nel mondo dei grandi affari, dell’M&A, degli investimenti e del private equity, qual è l’umore? Il chief executive di Goldman Sachs, David Solomon, si è detto abbastanza ottimista sulla ripresa dell’attività dei takeover e Morgan Stanley non ha potuto essere da meno. Eppure per Goldman il 2023 è stato un anno di profitti crollati al minimo da quattro anni. E le parcelle dell’investment banking sono scese del 12 per cento, mentre l’attività di M&A nel 2023 è scesa, per la prima volta in dieci anni, sotto i 3 trilioni, come osserva il FT.

Il contesto dei tassi, però, non aiuta. Il costo del debito mette in difficoltà il private equity, e rende difficile ottenere, dai deal, dei rendimenti in grado di sfidare i tassi che offre il mercato su investimenti molto meno rischiosi.

Può aprirsi, invece, una fase di smobilitazione di investimenti tenuti a lungo in portafoglio nei fondi di buyout. Questo sotto la pressione degli investitori in cerca di rifornimenti di cash per nuove destinazioni più lucrose, visto che il rialzo dei tassi rende poco conveniente utilizzare le fonti di finanziamento di mercato. E la voglia di vendere non può che agire sui prezzi, abbassandoli, e aprendo una stagione di transazioni a prezzi meno stratosferici del passato.

Bain&Co stima che i fondi di private equity siano seduti su una montagna di 2,8 trilioni di dollari di beni potenzialmente in vendita. Nello smobilitare questi investimenti, sia i fondi che li hanno in carico, che gli investitori in cerca di rendimenti,  finiranno per riportare tutto il mercato a dei multipli più in linea con la nuova realtà: quella dei tassi più alti del passato, e anche delle incertezze economiche generali.

I vincitori? Dal mondo dei fondi c’è chi ricorda che a conti fatti è in periodi come questi che si fanno gli utili migliori. La stagione della caccia è iniziata e sarà assai combattuta.

P.P.